Il legno riciclato, detto anche rigenerato, è il cuore di un processo di smantellamento, recupero e rinascita di mobili e strutture in legno per donare una nuova vita a degli oggetti scartati. Tali oggetti possono essere semplicemente rimessi a nuovo e collocati nella nuova destinazione esattamente così come sono per svolgere la stessa funzione. Oppure essere destrutturati, lavorati e ricomposti in modo da essere trasformati in qualcosa di totalmente diverso da ciò che erano, estrapolando il potenziale del vecchio legno e convogliandolo in un risultato esteticamente gradevole e caratteristico.

Il riciclo del legno è un procedimento che offre diversi vantaggi. I più importanti riguardano l’ambiente: lo smantellamento di strutture ed edifici per recuperare le componenti in legno consente di liberare uno spazio che altrimenti sarebbe caduto in disuso perché occupato da una struttura ormai abbandonata o che va rimodernata. Il tutto senza necessità di abbattere altri alberi per la costruzione e, perciò, senza sprechi. L’altro vantaggio è di tipo economico: viene infatti tagliato il processo che va dal reperimento del legname grezzo alla sua lavorazione fino al materiale finito e pronto per essere assemblato.

 

Materiali ecosostenibili per arredare

Nell’ambito dell’arredamento in legno riciclato, troviamo un settore che fa riferimento ai mobili di design. Materiale che avrebbe dovuto essere scartato trova in questo modo una nobile forma, in oggetti non solo utili, ma anche in linea con le tendenze moderne volte al green e al rispetto per l’ambiente.

Ogni mobile è un pezzo unico, con un colore irripetibile, un profumo caratteristico, una sua definita personalità. Non esistono al mondo due oggetti uguali, che regalino le stesse sensazioni. Questi mobili pervadono la casa di uno stile vintage o shabby chic, ma allo stesso tempo estremamente moderno. La avvolgono nell’ineguagliabile calore e naturalezza che sono il legno sa regalare. Ecco due esempi efficaci di quanto il legno riciclato sia versatile per essere lavorato dall’artigiano in base al risultato desiderato:

Il legno da riciclare può essere lamellato, truciolato o compensato. La forma finale più comune per l’arredamento è quella dei pannelli truciolari. Questi, sebbene siano compatti e resistenti quanto quelli derivati da legno vergine, saranno destinati a impieghi diversi in base alla qualità del legno di cui sono composti e alle sue caratteristiche fisiche, meccaniche ed estetiche.

Il materiale di partenza proviene prevalentemente da mobili usati, cassette di frutta o bancali, scarti di lavorazioni. Questi vengono raccolti nei centri di riciclo, in cui vengono sottoposti a un’attenta rimozione di tutte le impurità, ovvero di qualsiasi traccia di materiale che non sia legno. Plastica, carta, metallo, vengono separati e inviati ciascuno agli appositi centri di riciclo. In tal modo il processo di riciclo del legno si interseca con quelli analoghi per gli altri materiali, in un grande anello ecologico. Il legno depurato viene per prima cosa ridotto in piccole schegge poste ad essiccare, poi amalgamate con speciali resine, pressate e tagliate a formare i pannelli. Infine, a seconda della destinazione e del prodotto che si vuole ottenere, il legno può essere nobilitato in modo da avere un aspetto meno grezzo.

La maggior parte di questi pannelli troverà posto nelle case, come mobili per la cucina o la camera da letto. La restante piccola parte avrà un altro impiego nel settore edilizio, come pannelli divisori, ad esempio.

Né la qualità né la durevolezza nel tempo risentono del processo di riciclo. Ad esempio, gli oggetti d’arredamento in legno massello riciclato (il più utilizzato a questo scopo) sono la perfetta combinazione ed espressione di tutta la tempra di un legno compatto e pregiato, ora portato a nuova vita, che può essere modellato con gusto e raffinatezza, ad esempio per ottenere mobili per il bagno (qui trovate un esempio).

 

Quali sono i materiali ecosostenibili

La crescente sensibilizzazione, soprattutto negli ultimi anni, verso la protezione dell’ambiente, ha concentrato l’attenzione sui materiali ecosostenibili (o ecologici). In questa categoria rientrano tutti quei materiali il cui utilizzo consente di ridurre al minimo lo spreco di fonti di energia non rinnovabili.

Per essere investiti di questa dicitura, i materiali devono rispondere a due precisi criteri: quello energetico e quello ambientale. Il primo valuta la quantità e la qualità di energia necessarie per produrre il materiale. Il criterio ambientale concerne invece la quantità di rifiuti dispersi.

Nel concreto, questi punti cardine si riassumono in queste caratteristiche che deve possedere il materiale in questione:

  • – deve avere un ridotto impatto sull’ambiente in ogni fase del suo ciclo vitale, dal reperimento allo smaltimento;
  • – deve essere prodotto sfruttando tipi di energia rinnovabile, alimentando così il circuito di protezione ambientale;
  • – la stessa produzione deve comportare la bassa emissione di agenti inquinanti;
  • – il suo consumo non deve prevedere l’emissione di sostanze nocive negli ambienti domestici;

 

Riciclabile e durevole nel tempo.

Nella top 10 dei materiali ecosostenibili, troviamo sicuramente il legno e il sughero, ma anche il vetro e la pietra. Oltre a questi “classici”, oggi si utilizzano anche materiali avveniristici. Ad esempio, il micelio di funghi, ovvero le loro radici.

Queste possono egregiamente sostituire le schiume e le plastiche come isolanti termici, e ben si aggradano alle case con struttura in legno: basta un mese perché vi facciano presa, formando una sorta di pannello ermetico e dalle proprietà ignifughe.

I pannelli in lana di pecora possono essere utilizzati come isolante termico e acustico, e come filtrante per batteri e polvere. Quelli in paglia essiccata e in fibra di cellulosa sono estremamente resistenti e vengono quindi applicati a pareti e soffitti.

La pietra riciclata (ottenuta dalla composizione di scarti di pietra calcarea, bottiglie di plastica e sacchetti per alimenti) e i biomattoni (composti di canapa e calce) sono ormai diffusi. Terracotta e fibra di vetro sono utilizzate soprattutto per la produzione di vetri radianti per scaldare la casa, in quanto l’argilla trattiene il calore rilasciandolo a poco a poco, mentre il carbonio consente di ridurre i consumi energetici e l’emissione di fattori inquinanti.

Questi materiali sono fruibili soprattutto nell’innovativo settore della bioedilizia, la costruzione di edifici a impatto zero, rispettosi dell’ambiente in tutto: anche i ridotti costi di installazione e manutenzione verranno in breve ammortizzati dalla natura ecosostenibile di queste strutture. Una rivoluzione nell’architettura, basata sull’utilizzo di materiali apparentemente poveri, ma che invece possono dare vita a edifici dal design moderno e custodire quindi una risorsa preziosa.

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